Una ciaspolata per ammirare il paesaggio mozzafiato e per ossigenare i polmoni …

Una ciaspolata per ammirare il paesaggio mozzafiato e per ossigenare i polmoni …

Il rifugio Col Alt può essere raggiunto con l’ovovia Col Alt oppure, perchè no, anche con un paio di ciaspole ai piedi.
Maria Canins ci svela due itinerari per raggiungere il rifugio scoprendo la natura e ammirando le bellezze che si incontrano e ci circondano.

La “verticale” del Col Alto

La “verticale del Col Alto così chiamerei questo primo itinerario, si tratta di un percorso molto suggestivo e poco conosciuto.
Si parte da Corvara accanto all’hotel Col Alto, da dove si segue il segnavia “CAI Col Alto” e ci si incammina subito in salita per circa 700 metri, si prosegue successivamente lungo la strada forestale che porta al recente laghetto artificiale e, una volta raggiunto, si svolta a destra seguendo sempre il segnavia “Col Alto”. Poi si prosegue lungo una salita in mezzo al bosco per circa 400 metri, si esce dal bosco ove ci sarà una panchina ad attendervi e che vi indicherà che una sosta è obbligatoria. Seduti potrete ammirare un panorama meraviglioso e scoprirete che che il rifugio Col Alt è proprio di fronte. Si prosegue per una breve discesa e poi si sale mantenendo la destra della pista da sci. In breve tempo si raggiunge così la nostra meta: il rifugio Col Alt.
Da qui il panorama è davvero unico: dalla splendida terrazza si può ammirare il Sassongher (2700 m) con il gruppo del Gardenaccia, il passo Gardena e davanti a noi il massiccio del Sella con la cima Pisciadù, la cima Boè e in lontananza si osserva la Marmolada, regina delle Dolomiti e l’altopiano del Pralongià.
La ciaspolata è di circa 2,5 km (circa due ore di camminata) con un dislivello di 400 m. Il silenzio e la vista di alcuni animali selvatici, quali camosci, lepri e caprioli rende incantevole la passeggiata.

La ciaspolata Armentarola/Sarè – Pralongià – Col Alto

Si parte dal Centro fondo in zona Armentarola/Sarè a San Cassiano e si segue il segnavia “Pralongià” per 500 m pianeggianti, successivamente la strada inizia a salire in mezzo al bosco, si sale costantemente per circa 4 km sino a raggiungere i prati dello Störes. Si può ammirare un magnifico panorama davanti a noi: il massiccio del Sella, il Gardenaccia e a sinistra la Marmolada e il Col di Lana.
Si prosegue fino a raggiungere l’altopiano del Pralongià, arrivati al rifugio la camminata prosegue verso nord sempre in cresta seguendo il segnavia “Col Alto/Corvara”.
Si passa vicino alla stazione a monte della seggiovia Bioch poi prosegue in leggera discesa. L’antenna che si intravede e che è posta vicino al rifugio Col Alt ci farà da faro e da punto di riferimento.
Si tiene la sinistra per un tratto piuttosto pianeggiante sino ad arrivare alla stazione a monte dell’impianto Arlara, da dove si continua in discesa costeggiando la pista da sci mantenendo però il lato destro della pista che scende verso Corvara. Ci si inoltra nel bosco seguendo ancora il segnavia “Col Alto” e ci si incammina in mezzo al bosco fino a raggiungere il laghetto artificiale da dove si prosegue in salita per gli ultimi 400 metri e si giunge infine al rifugio Col Alt. Per il ritorno si può usufruire dell’ovovia adiacente al rifugio.
Si tratta di una passeggiata di 11 chilometri, con 700 m di dislivello e per una durata di 4/5 ore.
Questo itinerario permette di ammirare la bellezza dell’altopiano del Pralongià, che è semplicemente una perla. A destra si può osservare il Conturines, il Lavarella, il gruppo del Santa Croce, mentre a sinistra la Marmolada, il gruppo del Sella e poi il Ciampac, il Sassongher con il gruppo del Gardenaccia e in lontananza il Putia, le alpi Aurine con la vetta d’Italia che ci ricorda il vecchio confine, il Plan de Corones e il Rieserferner.
Si tratta di una ciaspolata impegnativa, che vi farà consumare parecchie calorie e che vi permetterà così di assaporare ancora meglio la buona cucina dello chef Enrico Vespani.

Maria Canins consiglia di gustare un piatto di spaghetti con la salsiccia pomodorini, puntarelle condite e briciole di pucia, seguito da una crema bruciata alla nocciola.